Come
nasce il paesaggio di Etretat? Lo sguardo di un pittore o le parole di uno
scrittore sono tra le esperienze più efficaci con cui
provare a misurare la distanza incommensurabile
che ci separa dalla natura. "Ho
spesso seguito Claude Monet in cerca
di impressioni. Non era più un pittore, ma un
cacciatore. Camminava seguito da alcuni bambini che portavano le sue tele
[...]. Le prendeva e le lasciava, seguendo ogni mutamento del cielo e
aspettava, spiava il sole e le ombre, catturava con qualche colpo di pennello
il raggio a perpendicolo o la nube vagante e, eliminato ogni indugio, li
trasferiva rapidamente sulla tela. L'ho visto cogliere così una cascata
scintillante di luce sulla scogliera bianca e fissarla con un profluvio di toni
gialli che rendevano in modo strano l'effetto sorprendente e fugace di quel
riverbero inafferrabile e accecante. Un'altra volta prese a piene mani un
temporale abbattutosi sul mare e lo gettò sulla tela. Ed era davvero la pioggia
che aveva dipinto, nient'altro che la pioggia che penetrava le onde, le rocce e
il cielo appena individuabili sotto quel diluvio".
DaVie d'un paysagistediGuy de Maupassant, ragazzo selvaggio a Etretat, viaggiatore instancabile, scrittore di racconti memorabili fino alla follia finale.