Il ragazzo rapito di Robert Louis Stevenson |
“Incominciai
il mio piccolo pellegrinaggio nel più invidiabile di tutti gli stati d’animo:
quello nel quale una persona, con una quantità sufficiente di denaro e uno
zaino, volta le spalle a una città e avanza all'interno di una regione che
conosce solo sulla base di una vaga relazione di altri.
Un tipo del genere non ha
rinunciato al suo desiderio
e non ha contrattato le sue prossime cento miglia, come un uomo in ferrovia.
Egli può cambiare idea a ogni palo segnavia e, dove le strade si incontrano,
può seguire liberamente vaghe preferenze e percorrere la strada bassa o quella
alta, scegliere l’ombra o il pieno sole, sopportare di essere tentato dal
sentiero che curva repentinamente dentro i boschi o dalla strada ampia che si
stende in lontananza aperta davanti a lui, e gli mostra le guglie distanti di
qualche città, o una catena di cime di montagne, o una linea di mare, forse,
lungo un basso orizzonte. In breve, egli può gratificare ogni sua fantasia e
capriccio, senza una fitta di biasimo della coscienza, o l’ultimo colpo al suo
amor proprio.