lunedì 9 maggio 2016

Nella sorgente dell'Arno

Capo d'Arno
Cosa fa di una sorgente un fiume?
Certamente la morfologia del terreno. La pendenza determina la velocità dell’acqua, la capacità di intercettare e accogliere da subito altri rii da altre sorgenti e poi la forza di disegnare l’incavo del letto fino a farne torrente che a sua volta si alimenta di affluenti fino a che l’incontro con la pianura ne allarga il letto, ne stabilizza la portata e ne acquieta la corrente.
Capita così almeno a Capo d’Arno, a quota 1372 sulle pendici meridionali della Falterona. Un impluvio tra grandi massi di arenaria, dove le acque della sorgente trovano uno spazio angusto tra lo strato roccioso sotterraneo e la coltre di detriti in superficie per essere restituite a giorno. Fino a Molin di Bucchio l’acqua corre veloce e non conosce che il bosco, il salto, la forra, il sasso dilavato, il tronco abbattuto e non ancora le briglie, la chiusa, l’argine, il canale e con essi l’uomo e il corso delle sue storie.

giovedì 11 febbraio 2016

La croce di Cima delle Dodici


Cima delle Dodici - Croce
Le croci sono simboli che fanno paesaggio. Segnano un confine tra cielo e terra, per alcuni tra umano e divino. Segna e ha segnato un confine tra gli uomini, tra chi sta da una parte e chi da un'altra, tra chi sta dentro e chi sta fuori, tra puri e impuri, tra giusto e ingiusto. In suo nome in tanti hanno perso la vita. Per questo è un segno che ha attraversato la vita degli uomini, lasciando tracce spesso incancellabili. Ma ci sono uomini per i quali i confini non esistono perché sono posti da altri uomini, come loro.

“Forse su quella vetta la croce rimase in parte tricolore in parte nera; ma pastori e cacciatori non se ne curavano, e nemmeno i contrabbandieri; continuavano le loro attività come avevano sempre fatto. Quella montagna restava Freyjoch o Cima delle Dodici e l’antico e il nuovo esistevano insieme: Freya e il Cristo, Francesco Giuseppe e Vittorio Emanuele restavano lontani; l’uno a Vienna e l’altro a Roma. Poi venne la Grande Guerra e da ogni parte dell’Italia sabauda e  dell’Impero asburgico vennero qui gli uomini a morire a decine di migliaia. Ancora oggi ogni tanto affiorano le ossa spezzate.”

Mario Rigoni SternSfida a Cima XII