Capita così tra Calanchi
e Crinali, di riscoprire alla Pieve
le lontane tracce di un castello in una lapide del 1115 sul muro della Chiesa di
S. Giorgio. Una chiesa dalle placide forme settecentesche ci segna il passo in questa borgata ormai semi abbandonata di Savigno. Resta difficile pensare oggi
che le sommità arrotondate di queste colline, solcate dalla vite e dal calanco,
furono segnate per secoli da un sistema fortificato di castelli e case torri
lungo i tracciati medievali della Piccola
Cassia. In queste terre ancora di confine tra Bologna e Modena, nel più
ampio campo di battaglia tra Impero e Papato, si combattevano cruente guerre di
famiglia per il mantenimento o la conquista di possedimenti, anime e potere:
storia particulare nella storia
globale. Nelle vite dei “lupi rapaci” dei Cuzzano, nell’arco di tre
generazioni, si trovano avventure, battaglie, ambizione, intrigo, tradimento,
ferocia e per Guido da Cuzzano addirittura la decapitazione in piazza a
Bologna, nel 1291, dopo essere stato catturato proprio alla Pieve. E’ forse
questa la storia che ci vuole suggerire il vecchio cipresso secco, bruciato e
scapezzato davanti alla Chiesa?