domenica 24 maggio 2015

Quel silenzio del nonno

Cento anni fa mio nonno partiva per la guerra. Un fornaio di 23 anni, occhi chiari e denti guasti. Tornò come altri, come alcuni, 4 anni dopo. Non parlò mai della prima guerra e cercò con tutte le forze di schivare la seconda. Cosa c’era in quel silenzio? La burocrazia militare ha restituito questa risposta.

Bigoni Francesco
Figlio di: Gaetano  e di Poggi Cesara. Nato il: 21 luglio 1892 a  Ro - Circondario di: Ferrara.Statura:1,73½. Torace:m.0,88.Capelli:biondi. Forma: lisci. Occhi: cerulei.Colorito: roseo. Dentatura: guasta. Arte o professione: fornaio. Sa leggere: sì. Sa scrivere:

Altopiano di Asiago - Magnaboschi: zaini di soldati in azione
Chiamato alle armi per mobilitazione e giunto in territorio dichiarato in istato di guerra li 23 maggio 1915. Giunto nel 43° Reggimento Fanteria li 12 luglio 1915. Era presente al fatto d’armi di Plava Zagora (Medio Isonzo). Monte Lemerle Altipiano di Asiago Maggio 1915-1916 per i quali la fanteria del 43° Fanteria cui apparteneva ebbe la medaglia d’argento al valor militare R. D. 3.8.16. Campagna di guerra 1915. Campagna di guerra 1916. Campagna di guerra 1917-1918.

giovedì 14 maggio 2015

Il segreto dell'aquilegia


Bella si erge l’aquilegia e china il suo capo.
È emozione? O è spavalderia?
Voi non lo indovinate.
da Frühling, J.W.Goethe

L’aquilegia è fiorita in questi giorni in Appennino. La si può incontrare nell’Alta Valle del Reno, lungo il sentiero CAI 169, dalle parti di Posola e di Canal di Sasso, uscendo al sole, dalla macchia di nuovo verde, tra il giallo della ginestra del carbonaio e il fiore bianco e pendulo dell’orniello. Si fa notare per il colore blu intenso e la forma strana della sua corolla, come un cappello da giullare rovesciato.
E’ un fiore appariscente ma che sfugge e non si lascia indovinare, come dice Goethe. Il suo nome ha radice al tempo stesso nell’acqua e nell’aquila. E’ come se nascondesse un segreto ed infatti uno dei suoi nomi volgari è Amore segreto. In Francia lo chiamano Dame honteuse, oppure Ancolie, che rimanda a malinconia, sentimento ambiguo e sfuggente, spesso frutto dell’amore sventurato o non corrisposto. 
Fiore dell’amore triste, richiama la leggenda di quei longobardi che vissero anche queste contrade di confine: la nobile Teodagne che, sposa dell’infedele Rutibando, decise di trasformarlo con un incantesimo in un’aquilegia per salvarlo comunque dalla furia assassina delle altre donne, in collera con lui.  
Fiore dell’amore tradito, come quello di Ginevra d’Este, ritratta da Pisanello, tra garofani e aquilegie, per raccontare il suo triste destino di giovane moglie tradita da Sigismodo Maltesta e da lui avvelenata per sentirsi libero di amare un’altra donna. Anche il dipinto che la ritrae nasconde un segreto, nella fitta macchia punteggiata di aquilegie, alle spalle della giovane.
E’ difficile non lasciarsi catturare dal fascino ambiguo dell’aquilegia, ma è meglio non indugiare, affrettare il passo e raggiungere i compagni di strada, prima di rimanere vittima dei suoi segreti e dei nostri pensieri più inquieti e malinconici

sabato 9 maggio 2015

Parole da leggere e camminare

Ci sono parole che raccontano un luogo meglio di un'immagine. Basta avere il tempo di leggerle e di camminarle.

“Alti e discoscesi monti, spesso a perpendicolo, talvolta anche spostati in fuori, fanno trista parete a questa valle, serrata incontro agli amorosi venti. Le brune foreste, onde tratto tratto sono vestiti i meno aspri fianchi delle rupi, ora contrastano con le biancheggianti masse calcari, ora si accordano con lo schisto nericcio, ora fan più risaltare i divallamenti colorati in arancio dall’ocra di ferro. Non pertanto vi sono seni o golfi, difesi dal soffio aquilonare, guardati pietosamente dal sole. L’industria dell’alpigiano li trasforma allora in fruttuosi campi, e queste verdeggianti oasi tanto più riescono grate al riguardante quanto più tetro e sconsolato gli si mostra tutto ciò che loro sovrasta e soggiace. […] Ma per chi ama un aspro e selvaggio prospetto, un mirabile effetto della natura; chi prende diletto nell'osservare i grandi fenomeni geologici, nel seguire gli angoli delle montagne e considerare la direzione de' loro strati, nell'esaminare i burroni scavati dai torrenti, le nevi che imbiancano le cime dei monti, le pendici dai quali sono verdeggianti o nericcie, nell'osservare le ruine e i dirupamenti, nel rappresentarsi finalmente l'uomo in atto di lottare colla natura, e di superarla per isvellere di che provvedere a' suoi principali bisogni, egli può avere a grado il passaggio per quest'alpino paese, per questa solitaria ed infelice parrocchia."

Può suonare strano ma l'alpino paese è Biagioni nell’Alta Valle del Reno e la solitaria e infelice parrocchia è quella di S. Giovanni Battista come sono raccontati in Chiese parrocchiali della Diocesi di Bologna ritratte e descritte nel 1851, prima che arrivasse la ferrovia e una certa idea di modernità; prima che quella montagna, faticosamente addomesticata dall'uomo, venisse rapidamente abbandonata per essere riconquistata da un diverso ambiente selvatico, dove l'uomo si muove oggi con un nuovo senso di estraneità. 

Andremo da quelle parti il 16 maggio per una escursione del Trekking col treno lungo il Sentiero dei proverbi.