Intorno ad un palo della luce |
La fotografia digitale, con la ridondante quantità di immagini che produce e che condivide nel web, lascia emergere una percezione del paesaggio che non corrisponde sempre alla realtà di un territorio, ma a ciò che in esso andiamo cercando e che è già nella nostra mente e nel nostro sguardo, consapevolmente o inconsapevolmente. Quell’immagine prodotta dice qualcosa prima di tutto di noi e poi di ciò che vediamo. Quell’immagine diventa parte dell’identità di un luogo con cui chi lo abita e chi lo visita sono chiamati a fare i conti. Pensare che si fotografa solo ciò che si vuole vedere è un’ovvietà ma afferma la centralità della percezione come forma di auto riflessione nel nostro rapporto con l’ambiente e la natura. Far emergere questa auto riflessione è importante. E’ come se scoprissimo che cerchiamo continuamente di uscire da noi stessi, senza riuscirci mai. Se anche così fosse non c’è niente però che ci impedisce di imparare a coltivare il nostro sguardo con l’aiuto della natura e dell’ambiente. E’ un atto di cultura che fa bene all’uomo.
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