lunedì 4 marzo 2013

Tu chiamale se vuoi...percezioni/1

Vedere nascere una collina
Salendo da Maggio si può assistere a come nasce una collina. Si lascia alle spalle la pianura padana e la trafficata Via Emilia e si tengono di fronte i crinali assolati del Parco dei Gessi, ma volgendo lo sguardo di lato, subito dopo un vecchio macero da canapa, ornato di canneto, si assiste a un dolce arrotondarsi della terra, assecondato dalla pulizia dei terreni coltivati, che ne fanno come una lunga e docile groppa animale. A questa prima ne segue una seconda, un po’ più pronunciata, solcata da un fosso e una strada bianca che conduce a una vecchia casa di campagna, ristrutturata di recente. E’ a questo punto che il piede incontra la salita e la strada dritta sale a S. Pietro di Ozzano e alla sua torre medievale, ultimo residuo di un castello distrutto e franato, dopo essere stato per secoli rifugio dai pericoli di una pianura insicura e malsana. 

Paesaggio sonoro animale 
Quando si entra a piedi a S. Pietro di Ozzano, magari in tanti come durante un’escursione, si è accolti da un primo latrato di cane. Comincia un robusto maremmano dalla prima casa, che dà la voce alla coppia canina di quella successiva, che la passa al labrador della villetta a schiera, che lo rimanda a un bastardino saltellante in un giardinetto curato, che rilancia ad un burbero boxer che si intravvede nei radi buchi di una fitta recinzione. Giunti in cima, alla torre, questo molteplice e assordante coro si fonde e si completa per poi smorzarsi e tacere con il nostro dileguare dalla vista e dall’odorato. In questo piccolo borgo medievale della prima collina bolognese ci si poteva aspettare, di domenica mattina, il suono di una campana che chiama alla Messa, il richiamo di una madre ai figli che giocano in cortile, il rumore di un trattore che prepara il terreno alla semina. Niente di tutto ciò. Cani innervositi dietro cancellate metalliche, alte siepi e recinzioni plastiche di finta edera, vigilati da impianti di video sorveglianza, proteggono dallo sguardo del passante la proprietà privata, la preziosa tranquillità del fine settimana di abitanti immersi nel silenzio delle relazioni sociali e nell’abbaiare dei loro cani. E’ così che un paesaggio sonoro animale racconta qualcosa dell’insicuro abitare umano.
L'escursione 
Da Claterna a Castel de Britti 
Percorso: Maggio - S. Pietro di Ozzano - Le Armi - Pieve di Pastino – Settefonti (Dulcamara) – Settefonti (Chiesa) -  Ciagnano - Pilastrino – Piombarola - Castel de Britti
Tempo: 7 h dalle ore 10.15 alle ore 17.15 con molte soste
Sentieri: strade asfaltate Via S. Pietro, Via Tolara di Sopra, Via Piombarola e CAI 801 e 801a
Accompagnatori: Michele Mariotti, Marinella Frascari accompagnatori CAI
Gruppo: Treno Trekking 36 persone
Punti ristoro: Bioagriturismo Dulcamara – Via Tolara di sopra, 78 – Località Settefonti di Ozzano dell’Emilia – tel. 051.796643 web www.coopdulcamara.it
Osteria S. Pietro – Via S. Pietro, 35 – S. Pietro di Ozzano dell’Emilia – tel. 051.796003 web www.osteriasanpietro.it
Ristorante Bar Tabaccheria Morara Antichi sapori – Via Idice 74 - Castel de Britti di San Lazzaro di Savena - Tel 051.6288382 – web www.ristorantemorara.it
Note: la partenza dall’Autostazione di Bologna e il ritorno da Castel de Britti è avvenuto con mezzi pubblici – Linee extraurbane zona 2 direttrice Bologna Imola
Cartografia: Carta escursionistica 1:25.000 Bo 02 - Parco dei gessi e calanchi dell’Abbadessa – Regione Emilia Romagna e CAI – Selca Firenze
Parole chiave: archeologia, calanchi, II guerra mondiale, case abbandonate, panorama sulla pianura
Link utili: http://www.civitasclaterna.org/

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