venerdì 17 maggio 2013

Leprino e il suo mondo

Leprino e il suo mondo
Leprino si accende quando si accende il suo mondo. Faliero Lepri - in arte Leprino -  è un signore ormai ultranovantenne, di piccola statura, dal passo malfermo, che la figlia accompagna all’incontro con noi della Barbiana Monte Sole in un pomeriggio piovoso di aprile, in un salone delle scuole di Sant’Agata di Scarperia, dove il suo mondo sta di casa. Quando si accende l’interruttore che dà vita al suo mondo, anche Leprino si fa ritto e sicuro sulle fragili gambe, schiarisce la voce e il suo sguardo si riempie della calda luce infantile del gioco e della burla. Il mondo di Leprino è uno dei più singolari paesaggi della nostalgia. E’ la ricostruzione fedele di alcune scene di vita del suo paese così com’era negli anni ‘30 del secolo scorso, al tempo della sua infanzia.

martedì 14 maggio 2013

Chi siamo quando ci diamo alla macchia?

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Taglio del bosco in località Porticciola
Scendendo dal convento di Monte Senario si prende un tratto della Via degli Dei, tenendo sulla sinistra Bivigliano. E’ qui che all’improvviso i nostri accompagnatori ci invitano a camminare in silenzio, nell’imboccare un sentiero tortuoso e un po’ sconnesso, in una macchia di carpini e faggi che ancora stenta a ritrovare i colori della primavera, dopo i guasti dell’inverno. Si cammina per qualche minuto e il rumore del passo sulle foglie accartocciate e sugli sterpi si fa più netto e secco e il tiepido sole del mezzogiorno riesce a malapena ad ammorbidire il senso di ruvido abbandono del luogo. “In questo punto nella sera del 29.8.1944 fu barbaramente ucciso dai tedeschi Guglielmo Aglietti di anni 26”. Così si legge a fatica su un cippo di pietra che spunta dalla terra, simile ad un tronco d’albero schiantato, coperto di muschi e licheni, circondato da un cordone di rami secchi.

lunedì 6 maggio 2013

Quello che la pioggia porta con sé

Nel capanno partigiano
Durante il cammino da Barbiana a Monte Sole la pioggia si è fatta sentire dalle previsioni del tempo. Si è affacciata minacciosa fin dal mattino sulle pagine dei giornali prima della partenza, poi interrogando il web alla ricerca di conferme, infine scommettendo sui dolori articolari di qualcuno o scherzando sui presunti poteri di qualcun’altro. La pioggia è considerata una minaccia per il camminatore, la guastatrice di una escursione, la turbatrice del percorso. Una percezione che si è rafforzata nel corso del giorno quando abbiamo cominciato ad osservare nel cielo, lungo il crinale della Futa, i movimenti delle nuvole sospinte dalle correnti sopra Monte Gazzaro, la loro conformazione, la densità, le diverse scale di grigio che hanno chiuso progressivamente ogni squarcio di azzurro. Abbiamo scrutato il cielo come aùguri alla ricerca di presagi futuri e i nostri bravi accompagnatori, custodi del nostro cammino, avevano lo sguardo un po’ preoccupato e perplesso.