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In una foresta |
"La
percezione non è coincidenza con le cose, bensì interpretazione. Ogni uomo cammina in un universo sensoriale che è legato a ciò che la sua storia personale ha prodotto a partire dall'educazione che egli stesso ha ricevuto. Nel percorrere la medesima
foresta, individui diversi sono sensibili a cose differenti. Vi è la foresta del cercatore di funghi e quella di chi ama le passeggiate, la foresta del fuggitivo, dell'indiano, del cacciatore, del guardiacaccia o del bracconiere, e quella degli innamorati e di coloro che ci si sono perduti; vi è la foresta degli ornitologi, ma anche quella degli animali o dell'albero, la foresta del giorno e quella della notte. Mille foreste nella stessa foresta, mille verità di un medesimo mistero che ci sfugge e si concede solo per frammenti.
Non esiste una verità della foresta, bensì una moltitudine di percezioni a seconda delle prospettive, delle aspettative, della diversa appartenenza sociale e culturale. [...] L'antropologo non dimentica
Andrè Breton, quando diceva che il mondo è una
foresta di simboli, nella quale si cela un reale che si nutre della ricerca. Il ricercatore l'uomo del labirinto, sempre in cerca di un improbabile centro."
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