giovedì 22 agosto 2013

Nel volto del Barba


Il Barba
“Un incontro è un’occasione di conoscenza reciproca tra almeno due persone che si ritrovano  volontariamente o casualmente, in un luogo.” Così recita la voce di un dizionario.
La nostra vita quotidiana è costellata di incontri. Nella vita professionale sono oggetto di una organizzazione a volte attenta e meticolosa al cui centro sta un obiettivo, un risultato più o meno esplicito;  dove le persone che incontriamo sono interlocutori da conoscere o da convincere, ruoli da rispettare; dove il luogo, nella migliore delle ipotesi, è una scenografia  da allestire perché l’incontro sia efficace, il risultato sia centrato, l’utile garantito.
Quando si è in cammino invece gli incontri fanno parte molto spesso della categoria dell’imprevisto. Danno ad una escursione il sapore dell’avventura, il gusto di una esperienza autentica, il significato di un dono inatteso e gratuito, l’occasione di uno scambio di esistenze. Anche in questo caso però per fare un incontro occorrono un luogo e almeno due persone.
Lungo il cammino da Barbiana a Monte Sole è l’incontro che fa il luogo e ancora di più lo fa la memoria dell’incontro. E’ così che Mendicanti, da anonima località geografica di Monzuno, diventa il luogo dove dodici persone hanno incontrato sul loro sentiero Il Barba.
Ad un incontro si arriva sempre e all’incontro con il Barba siamo giunti scendendo da Monte Venere, lungo il sentiero CAI 55, passando per Caselina, Molino dei Bigoni, Rio Maggio. Si lascia il crinale ancora in mano all’inverno e si scende dolcemente cominciando ad assaporare i primi odori e i nuovi colori della primavera. Ma nella discesa, quando si è ancora immersi nella macchia, sorprende e quasi spaventa il frastuono rombante degli automezzi che sale dalla Val di Setta. Il contrasto tra il rumore assordante dei motori e i suoni naturali della collina abbandonata si fa largo tra i rami lasciando intravvedere la striscia d’asfalto dell’Autostrada del Sole come un solco netto e curvilineo che incide il fondovalle. Quando si è ormai prossimi a Gardelletta il sentiero sembra perdersi in un frutteto inselvatichito e poi accostarsi ad un capanno, girargli intorno ed entrare in una piccola corte erbosa racchiusa tra una vecchia casa in sasso un po’ malandata, una tettoia in legno, un recinto dove un cane da caccia abbaia festoso e uno stradello che conduce, più in basso, ad un orto. E’ in quella corte che ci accampiamo, distesi sull’erba, a consumare il boccone del pranzo con gli avanzi della sera precedente. E’ su questo proscenio, è davanti a questa platea che fa la sua comparsa Il Barba. Alto, canuto e grosso. Vestito come un operaio con pantaloni frusti, una cintura di pelle consunta che trattiene a fatica un addome prominente in una maglia che si fa stretta ai movimenti. Il volto largo e rubizzo, solcato da rughe profonde, circondato da una lunga barba candida e sormontato da capelli in disordine. Il sorriso a bocca larga non nasconde i vuoti tra i denti ma neanche la gioia di accogliere qualcuno nella sua corte. E accoglienza per Il Barba vuol dire prima di tutto l’occasione per condividere una bottiglia del suo vino, il rosso prima e il bianco poi. E quelle due bottiglie segnano il centro del nostro incontro, disegnano il perimetro circolare intorno a cui ascoltiamo i suoi racconti e da cui partiamo a turno per rifornirci di vino. E le storie del Barba parlano prima di tutto della miseria e della fatica delle famiglie della valle che prima e dopo la guerra vedevano i figli fare i garzoni in campagna, le figlie scendere in città come serve nelle case dei signori e gli uomini spesso morire minatori per aprire le gallerie della Direttissima Bologna-Firenze. Parlano del lungo inverno del ’44 in cui  la linea del fronte sì fermò con le sue profonde distruzioni. Parlano di un nuovo lavoro, ma sempre di fatica, come muratore alla ricostruzione della Direttissima prima e dell’Autostrada del Sole poi. Grandi opere hanno trasformato il paesaggio della Val di Setta, sconvolto la vita delle persone e delle comunità subendo la retorica del fascismo prima e scegliendo la promessa della modernità, della velocità e del benessere poi. Gli anni del miracolo economico hanno segnato definitivamente il tramonto del mondo contadino e non ancora si vuole ammettere che i conti, nella partita doppia del progresso, non sono tornati pari per tutti gli uomini e per la natura. Un’altra sensibilità e un’altra attenzione vi è oggi e un’altra memoria vi sarà domani per le storie dei nuovi minatori di un Mugello sotto sopra e per i nuovi disastri ambientali della Variante di Valico. Ma i conti continuano a non tornare nella Val di Setta.
In questo incontro, di quegli anni lontani e delle attuali trasformazioni cosa ci rimane? Il frastuono nel bosco mentre si scende da Monte Venere; l’immagine di un paesaggio violato nel nostro sguardo acquietato di camminatori distratti; il volto del Barba, solcato da quelle rughe profonde come il nastro nero e curvilineo dell’autostrada nel fondovalle e come il vecchio sentiero abbandonato che scende da Trappola a Caselina.
Nella casa del Barba
Perché nel volto del Barba, nonostante gli anni, brilla una luce particolare che si accende quando parla del suo cane, delle interminabili battute di caccia risalendo verso il crinale, delle mangiate di selvaggina e delle colossali bevute in compagnia; quando mostra orgoglioso la cantina e gli insaccati che pendono dal soffitto come fosse il suo rifugio e il suo paradiso; quando allude ammiccante alle tante avventure e abbraccia orgoglioso la donna minuta con cui vive da sessant’anni; quando ti dice con fierezza che per oltre ottant’anni ha ingoiato la vita ma capisci che non ne è stato inghiottito. Un volto antico e moderno, autentico e ironico, umano e selvatico insieme.
"Un incontro è un’occasione di conoscenza reciproca tra almeno due persone che si ritrovano volontariamente o casualmente, in un luogo.” Così recita la voce di un dizionario. Per questo incontro del luogo si è detto; di una persona come Il Barba, anche; di noi… che dire?

Le fotografie sono di Cristina Panicali

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