sabato 18 gennaio 2014

Quando un politico sente il bisogno di ululare?

La notizia di oggi è contenuta in questo articolo de La Repubblica di Bologna. Non è che le nostre colline ospitano un'ottantina di esemplari di lupo divisi in 16 branchi territoriali. Non è che il dato è in costante aumento perchè va di pari passo con l'incremento della fauna selvatica e degli ungulati in particolare. Non è che questo dipende dal progressivo abbandono della gestione del territorio montano soprattutto da parte di agricoltori. Non è neppure che sono aumentati gli attacchi dei lupi agli allevamenti soprattutto di ovini e che gli indennizzi agli allevatori sono stati portati al 100% della perdita subita. Non è neppure che nonostante il lupo sia un animale tutelato dalla legge, è oggetto di un pregiudizio atavico che alimenta, anche con l'aiuto dei mezzi di comunicazione, paure e ostilità in larga parte ingiustificate.
La notizia è che i consiglieri provinciali non hanno resistito al richiamo del lupo, simulato in aula dal Dirigente del Servizio tutela della fauna e nelle austere sale di Palazzo Malvezzi hanno sentito il bisogno di ululare, proprio come lupi. Che si siano sentiti anche loro oggetto di un pregiudizio atavico o bisognosi di tutela?

Post scriptum. Ieri notte, dopo una serata in un agriturismo sotto Monte Venere, alcuni amici hanno assistito all'inseguimento di un capriolo da parte di un lupo, quello vero.

Secondo post scriptum. Questa mattina, dopo aver notato la profonda sintonia tra Renzi e Berlusconi mi sono reso conto che la proposta di nuova legge elettorale non prevede nè collegi uninominali, nè preferenze. La possibilità che i cittadini possano scegliere direttamente i propri rappresentanti non è stata presa in considerazione, in un paese che oltre a singoli leaders ha il drammatico bisogno di una diffusa classe dirigente responsabile, scelta e percepita come tale. Cosa c'entra tutto questo con il lupo? La vita interna dei partiti e della società sembra sempre più uniformarsi al motto pessimistico di Thomas Hobbes "homo homini lupus" che utilizza il pregiudizio umano contro il lupo quale esempio di una innata spietatezza della natura umana. Mentre se ci rivolgessimo al reale comportamento sociale del lupo scopriremmo che nella vita del branco la natura animale ha qualcosa da insegnare a quella umana.

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