martedì 25 febbraio 2014

Il fascino di una mappa


Il Portule, la montagna di Mario, nella carta CAI
“Chiunque, o chi almeno sa leggere e scrivere, dovrebbe essere in grado di interpretare una carta topografica e su questa distinguere e vedere la superficie riprodotta. Prima di un’escursione, o anche di una semplice passeggiata, avanti di muovere i primi passi, è sempre utile studiare il percorso, immaginarlo nei dislivelli, nelle difficoltà e nelle distanze; pensare ai luoghi di sosta o di riposo, pensare alle strade, alle mulattiere, ai sentieri che seguiremo; ai boschi e ai pascoli; alle contrade, alle case o ai rifugi che incontreremo; alle superfici nude, alle rocce, alle salite facili o difficili che affronteremo. Ma una carta topografica ben fatta è anche un meraviglioso libro di storia naturale. Oggi, poi, che le moderne tecniche come la fotogrammetria aerea o da satellite possono darci carte come quelle che consulteremo, ogni cosa appare immediata anche a un occhio semplice ma attento, e sarà facile rintracciare un monte, una sorgente, un bosco, una busa, un canalone, una quota, come dall’alto di un uccello in volo. E poi, quando saremo ritornati a casa, anche a distanza di tempo e di luoghi, riguardando la carta ci sembrerà di rivivere la nostra escursione e di goderne ancora nel ricordo."
Mario Rigoni Stern

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