Il Mugello tra Toscana ed Emilia |
“Gli
Appennini sono per me un pezzo meraviglioso del creato. Alla grande pianura
della regione padana segue una catena di monti che si eleva dal basso per
chiudere verso sud il continente fra due mari. Se la struttura di questi monti
non fosse troppo scoscesa, troppo elevata sul livello del mare e così
stranamente intricata; se avesse potuto permettere al flusso e riflusso di
esercitare in epoche remote la loro azione più a lungo, di formare delle
pianure più vaste e quindi inondarle, questa sarebbe stata una delle contrade
più amene nel più splendido clima, un po’ più elevata che il resto del paese.
Ma così è un bizzarro groviglio di pareti montuose a ridosso l’una dell’altra;
spesso non si può nemmeno distinguere in quale direzione scorre l’acqua. Se le
valli fossero meglio colmate e le pianure più regolari e più irrigue, si
potrebbe paragonare questa regione alla Boemia; con la differenza che qui le montagne hanno un carattere sotto ogni
aspetto diverso. Non si deve tuttavia immaginare un deserto, bensì una regione
quasi dappertutto coltivata benché montuosa. I castagni prosperano
egregiamente; il frumento è bellissimo e le messi ormai verdeggianti. Lungo le
vie sorgono querce sempre verdi dalle foglie minute; e intorno alle chiese e
alle cappelle agili cipressi.”
Johann Wolfgang Goethe, Viaggio in Italia
Ghiereto
– Barberino del Mugello, 22 ottobre 1786, sera
Quella
che per Goethe è bizzarria e asprezza, spesso si rivela ancora oggi come il fascino
più profondo dell’Appenino, che va conosciuto con la tenacia del camminare, l’improvvisa
anarchia del vagabondare, l’accettazione dell’incolto, l’esperienza del
selvatico, la problematica convivenza dell’umano. Per questo vale la pena
cogliere le occasioni che riserva il Trekking col treno per conoscere l’Appennino Bolognese.
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