mercoledì 19 marzo 2014

Il senso di marcia


Camminare con le scarpe di Van Gogh
Perché uscire a fare una passeggiata o un’escursione?  Le motivazioni possono essere diverse intime e impulsive oppure palesi e razionali. Ma camminare è un atto primordiale che affonda le sue radici nella notte dei tempi, in civiltà delle origini come quelle degli uomini cacciatori, nomadi, raccoglitori. Il camminare è diventato oggi un atto significativo; si è cominciato a coniugarlo all’infinito e ad accompagnarlo con l’articolo determinativo delle categorie generali del reale. Quando è avvenuto ciò? Quando il camminare è diventata una scelta più o meno consapevole. Quando è diventata sempre più diffusa, palese e scontata la possibilità di poter vivere senza camminare: dalla ruota al web è stata lunga la strada dell’emancipazione dell’uomo dalla fatica del camminare. Nell'antichità e ancora oggi nei paesi e nei soggetti condizionati  dalla povertà, camminare è stato ed è un atto necessario che esaurisce il suo significato strumentale nella mobilità personale, nella ricerca di sostentamento o di un lavoro. Per questa ragione la strada è il luogo dell’abitare per chi  cammina per necessità.
Quando camminare non è più una necessità ma una scelta allora c'è bisogno di dare un senso alla nostra marcia. E un senso non è solo questione di direzione ma proprio di significato. Salute, natura, conoscenza, socialità, avventura, memoria, lentezza sono alcuni dei sensi di marcia che dicono qualcosa del nostro bisogno di metterci in cammino, ma dicono ancora di più, all’opposto, del significato del nostro restare fermi: malattia,  conformismo, solitudine, abitudine, ansia, oblio, velocità, antropocentrismo.
Inoltre se camminare non è più una necessità allora entra nella sfera dell'inutilità, come la poesia, la letteratura e l’arte. Ovviamente utile va inteso nel senso di profitto e di accumulazione materiale. Camminare è una pratica inutile o meglio anti utilitaristica. Condivide con altre pratiche anti utilitaristiche, quale il dono, il senso della gratuità, della libertà e della solidarietà.
Camminare infine è un gioco da ragazzi, ma questa è un’altra storia.

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